Challange test

IRCPack offre la possibilità di svolgere studi per la verifica di processi di decontaminazione di plastica riciclata destinata al diretto contatto con alimenti, come previsto dal Regolamento (CE) n. 282/2008 della Commissione del 27 marzo 2008.

L’emanazione del Regolamento (CE) n. 282/2008 introduce e armonizza, negli Stati membri dell’Unione Europea, l’utilizzo di plastica riciclata per la fabbricazione di oggetti destinati al contatto con alimenti.

Il Regolamento (CE) n. 282/2008 si applica ai materiali e oggetti in materia plastica e loro parti che contengono plastiche riciclate destinate al contatto con alimenti.

Il suddetto regolamento invece NON si applica a:
• oggetti fabbricati con plastica riciclata derivati dalla depolimerizzazione chimica di oggetti di plastica;
• oggetti fabbricati con ritagli e/o scarti di produzione;
• oggetti di plastica riciclata in cui la plastica riciclata è utilizzata dietro una barriera funzionale in plastica conformemente alla Direttiva CE n. 2002/72, ora abrogata e sostituita dal Regolamento UE n. 10/2011.

Il processo di riciclo deve essere autorizzato e il prodotto che si ottiene deve essere conforme al Regolamento (UE) n. 10/2011 della Commissione del 14 gennaio 2011 e successivi aggiornamenti e modifiche ed al Regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 ottobre 2004.

La domanda di autorizzazione del processo deve essere fatta all’EFSA con relativo fascicolo tecnico contenente le informazioni specificate nelle linee guida. L’EFSA esprime un parere non vincolante e sarà poi la Commissione europea ad accettare o meno la domanda. L’autorizzazione riguarderà quel singolo processo per cui è stata richiesta. Tutti i processi autorizzati saranno inseriti in un registro comunitario accessibile al pubblico. L’indicazione in etichetta del contenuto riciclato nei materiali e negli oggetti di materia plastica riciclata è volontaria. Se applicata, deve essere conforme alla norma ISO 14021:1999 o equivalente.

L’autorizzazione del processo di riciclo è basata su criteri di valutazione estrapolabili dai risultati del «challenge test», termine con cui “si intende la dimostrazione dell’efficacia di un processo di riciclo nell’eliminazione della contaminazione chimica dai materiali e dagli oggetti di plastica”.

Requisito fondamentale per l’immissione sul mercato dei materiali ed oggetti in plastica riciclata è che questi, come specificato all’articolo 3, contengano “plastica riciclata ottenuta esclusivamente da un processo di riciclo autorizzato a norma del presente regolamento”. Tra le condizioni a cui tale autorizzazione è vincolata (riportate all’articolo 4), si ha che:

“c) i) la materia prima deve provenire da un ciclo di prodotto in catena chiusa e controllata che garantisca l’impiego di materiali e oggetti destinati esclusivamente al contatto con gli alimenti e l’assenza di contaminazione;

oppure

ii) deve essere dimostrato con un challenge test, o mediante altri dati scientifici appropriati, che il processo è in grado di ridurre qualsiasi contaminazione dell’input di materia plastica ad una concentrazione che non rappresenti un rischio per la salute umana”

Il challenge test prevede l’inserimento nel processo di composti surrogato, sostanze che sono rappresentative di composti potenzialmente riscontrabili nei materiali derivanti dal post-consumo. Il loro dosaggio a monte e alla fine del processo permette di calcolare l’efficienza di decontaminazione del processo stesso. L’efficienza di decontaminazione così misurata è la base per valutare la sicurezza del processo, così come definito nel documento EFSA (European Food Safety Authority): “Scientific opinion on the criteria to be used for safety evaluation of a mechanical recycling process to produce recycled PET intended to be used for manufacture of materials and articles in contact with food.”

IRCPack e Sepack Lab hanno sviluppato recentemente schemi di lavoro e metodologie analitiche per effettuare i challenge test, maturando una certa esperienza in particolare per il PET da riciclo.

Nello specifico, IRCPack e Sepack Lab sono in grado di verificare la barriera funzionale degli strati di PET vergine valutando la migrazione specifica di opportuni “composti surrogato” appositamente introdotti nello strato centrale di PET di prodotti con struttura A/B/A, processati in un impianto di estrusione (dove A è lo strato di PET vergine e B è lo strato di centrale costituito da scaglie R-PET).

Al momento sono in corso studi su altre matrici polimeriche. Per maggiori informazioni potete contattarci.

Per ulteriori approfondimenti potete leggere la seguenti pubblicazioni:

“Ricerca: PET riciclato a contatto con alimenti"
Italia Imballaggio

SETTEMBRE 2009
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“Bottiglie da PET riciclato:arrivano i primi challenge test"
Mark Up

APRILE 2009